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EVOLUZIONE DEI CETACEI

Il fatto che i Cetacei siano delle splendide ed efficientissime creature marine non significa che lo siano sempre state. La loro storia evolutiva è tanto interessante quanto incerta; i resti fossili sono infatti scarsi e frammentari.

I sostenitori delle teorie che tentano di rispondere alla domanda se l'evoluzione sia il portato di modificazioni genetiche casuali nel patrimonio individuale, tali da permettere all'individuo stesso un miglior adattamento all'ambiente in cui vive (C. Darwin), o se sia l'ambiente stesso ad influenzare direttamente le modificazioni genetiche (J.B. Lamarck), si interrogano su quali siano stati i meccanismi evolutivi che hanno portato animali originariamente terrestri, a modificare così radicalmente il proprio stile di vita.
Circa 65 milioni di anni fa (Paleocene) il dominio incontrastato dei Dinosauri sulla terra terminava e quelli che sino ad allora erano stati piccoli, timidi animali, iniziarono la loro ascesa a veri dominatori del pianeta, si trattava dei Mammiferi, pronti ad occupare ogni nicchia ecologica lasciata libera, assumendo così le forme e dimensioni più disparate.
Dieci milioni di anni dopo, i Mammiferi avevano già dato luogo a moltissime specie, ma una in particolare ci interessa, si tratta del Mesonychide, un grosso predatore terrestre di aspetto e dimensioni variabili (lungo in media 1,5 m) provvisto di un cranio molto sviluppato e grossi denti, carnivoro che si cibava probabilmente di pesci e carogne.
L'aspetto delle terre emerse su cui i Mammiferi si svilupparono era molto diverso da quello dei nostri giorni, la cosiddetta deriva dei continenti stava, così come fa tutt'ora, modificando la disposizione di mari e terre. Nell'area dell'attuale Mar Mediterraneo, tra Europa ed Africa, esisteva, 55 milioni di anni fa (Eocene), il cosiddetto Mare di Tethys, una vasta area acquitrinosa e salmastra dai bassi fondali e dal clima mite.
Sarà proprio il Mesonychide a dare origine ai primi cetacei detti Archeoceti (dal greco archùs "antico" e dal latino cetus "cetaceo") e ai Condylarthra mammiferi ungulati progenitori degli attuali ungulati (es. cavallo, cammello, bue ecc.).
Lo studio degli Archeoceti ha permesso di individuarne varie tipologie sviluppatisi nei succesivi 30 milioni di anni, gli Ambuloceti, i Protoceti, i Pakiceti, i Dorudonti, i Remingtonoceti, i Basilosauri. Si trattava di animali non ancora prettamente acquatici ma bensì in via di specializzazione. Vivevano nel cosiddetto Mare di Thethys il corpo allungato (da un paio di metri fino a 21 m) dotato di una lunga coda ai cui lati erano cresciuti due lobi per aumentarne la propulsione in acqua, le zampe posteriori ridotte o scomparse e quelle anteriori trasformate in pinne, le narici spostate verso la sommità del capo; i denti erano ancora distinti in incisivi, canini e molari; l'apparato uditivo ancora ben sviluppato. Si cibavano principalmente di crostacei e di pesci che scovavano nelle basse acque. Vivevano nel loro stesso ambiente costiero tartarughe, coccodrilli, pesci gatto e molluschi. Ma iniziarono gradatamente a specializzarsi nella caccia al largo si trattava soprattutto dei Basilosauri, che avevano un corpo serpentiforme. I Basilosauri possono suddividersi in due sottofamiglie: Basilosaurinae e Dorudontinae. Proprio da questi ultimi si ritiene (ma le opinioni contrarie non mancano) abbiano avuto origine gli attuali Cetacei. Circa 25 milioni di anni fa infatti tutti gli Archeoceti scomparvero dopo aver dato vita a due gruppi di Cetacei, gli attuali Odontoceti (dal greco odontòs "dente", quindi cetacei con i denti) e Misticeti (dal greco mystax "baffi", quindi cetacei con i fanoni). Nei primi i denti divennero uniformi (omodontia) e si sviluppo l'uso del biosonar per individuare le prede; non tutti gli Odontoceti nati allora sono sopravvissuti sino ai nostri giorni gli Squalodontidi e gli Eurinodelfinidi ad esempio si sono estinti. I secondi (misticeti) nati 34 milioni di anni fa costituivano il risultato dell'evoluzione dell'apparato dentario che si era modificato per la cattura di piccole prede; i denti cedettero il posto ai fanoni (lamine cornee adatte a filtrare) e le abitudini alimentari costrinsero a periodiche migrazioni alla ricerca del cibo. In entrambi i casi comunque l'evoluzione aveva portato ad animali capaci di colonizzare tutti i mari del mondo con una moltitudine di varietà di specie. I biologi molecolari hanno recentemente iniziato a studiare l'evoluzione dei mammiferi marini confermando, attraverso test genetici, quanto già sostenuto dalle tesi evolutive (sono state trovate affinità ad esempio tra il sangue dei cetacei e quello di mucca del cammello e del maiale). 
Come detto inizialmente lo studio dell'evoluzione dei catacei è un puzzle i cui pezzi ritrovati sono pochi e difficili da collocare al posto giusto; lo testimonia il fatto che molti punti chiave di quanto detto, pur essendo sostenuti da autorevoli scienziati, sono da altri rifiutati (uno per tutti la collocazione controversa del Capodoglio tra gli Odontoceti o tra i Misticeti).
 
 
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